La rivoluzione involontaria di Henry Molaison

La rivoluzione involontaria di Henry Molaison

Ci sono certi eroi che passano alla storia per aver compiuto imprese che hanno sfidato i limiti umani o tecnologici, come Amelia Earhart, Neil Armstrong o Reinhold Messner. Tra questi nomi, scolpiti nella pietra e tramandati da generazioni, non figura quello di Henry Gustav Molaison, meglio conosciuto come H.M.

Henry Molaison: biografia del paziente più famoso delle neuroscienze

Henry, al pari dell’operaio statunitense Phineas Gage, non era uno scienziato e non ha compiuto gesta eroiche, eppure può essere considerato un personaggio influente. Qual è stata l'impresa straordinaria di quest'uomo?

La storia del paziente più famoso della neuropsicologia e neurobiologia, nato nel Connecticut nel 1926, è originata da una situazione spiacevole. Henry Molaison soffriva, da giovane, di gravi crisi epilettiche, causate probabilmente da un incidente in bicicletta avvenuto da bambino nel quale colpì la testa.

L'operazione che cambiò la vita di H.M.

La sua vita continuò con alcune difficoltà. All’età di 27 anni Henry faticava a condurre una normale esistenza a causa degli attacchi epilettici farmaco-resistenti sempre più frequenti. Per questo motivo, nel 1953 il neurochirurgo americano William Scoville si offrì di compiere un’impresa al tempo pionieristica e innovativa, rimuovendo parti dei lobi temporali mediali. La delicata operazione non asportò completamente l’ippocampo, come alcuni riportano, ma eliminò del tutto la corteccia entorinale, che si scoprì successivamente essere fondamentale per fissare i ricordi, come confermato anche dalle analisi sul cervello di H.M. dopo la morte.

Se da un lato l'operazione fu un successo, dal momento che il paziente smise di soffrire di crisi epilettiche, essa portò a un effetto collaterale dovuto probabilmente alle limitate conoscenze dei medici dell'epoca: Henry Molaison cominciò a soffrire di amnesia, o più precisamente di amnesia anterograda. La sua vita proseguì senza riuscire a ricordare le persone e gli avvenimenti attorno a lui. Dalla scoperta della sua situazione fu studiato per oltre 50 anni ed è passato alla storia semplicemente con la sigla H.M.

 

Henry Molaison e il dottor Scoville

Henry Molaison (sulla sinistra) e il neurochirurgo William Scoville (sulla destra). Fonte: thebrainobservatory.org

Le due memorie di H.M.

Gli scienziati e i ricercatori dell’epoca furono stupiti nel notare un’apparente contraddizione: H.M. non riusciva a formare nuovi ricordi e quindi a riconoscere persone con le quali aveva parlato oppure ricordare azioni che aveva compiuto. Nonostante ciò, Henry riusciva a immagazzinare nuove esperienze di tipo motorio, anche se non sapeva di averle fatte. Egli mantenne quindi intatta la memoria procedurale e quella a breve termine.

Queste rilevazioni permisero di capire che non esiste una sola memoria, ma due distinte: una a breve e un’altra a lungo termine, che dipendono a loro volta da aree differenti. Inoltre, questa differenza che oggi appare scontata nasconde anche altre caratteristiche della memoria a lungo termine, che può essere dichiarativa (consapevole) e non dichiarativa.

Si piò affermare che H.M. viveva costantemente nel presente e nel passato precedente all'operazione, fino ad alcuni anni prima (in questo caso si parla di amnesia retrograda); esso non riusciva ad immaginare alcun futuro.

Un celebre studio che aumentò le conoscenze sulla memoria e le strutture coinvolte riguardò un compito quale disegnare una stella guardandosi allo specchio, un esercizio non immediato. Questo esperimento fu condotto dalla neuropsicologa Brenda Miler, che diventò famosa per la tesi di dottorato con protagonista Henry Molaison. Riuscire bene nel compito al primo tentativo è molto difficile, tuttavia il paziente amnesico imparò dopo varie prove a creare una stella raggiungendo l’obiettivo. Risulta scontato aggiungere che il paziente non riusciva però a ricordare l’impresa, anche se imparava nuove abilità motorie.

Il video del sezionamento del cervello di H.M. per la creazione del modello 3D

H.M. nella cultura e memoria popolare

Contrariamente a quanto si possa pensare per una persona affetta da questa patologia, Henry Gustav Molaison è deceduto nel 2008 all’età di 82 anni. Da quel momento il suo nome è stato rivelato al mondo e il suo cervello è stato donato alla scienza per essere ricostruito in un modello 3D, così da poter resistere alla prova del tempo ed essere fonte di nuove scoperte.

La vita di H.M. ha ispirato molti contenuti e approfondimenti che si possono trovare su YouTube. Si può ripercorrere la sua storia in un episodio della serie TV Netflix con Emma Stone dal titolo "The Mind, Explained". Gli appassionati di cinema potranno riconoscere nel personaggio Tom Dieci Secondi del film "50 volte il primo bacio" alcune caratteristiche di H.M., in attesa che prima o poi arrivi nelle sale un film ispirato alla sua straordinaria storia.

Scienziati e non devono rendere grazie a una persona che, grazie alle sue sfortune, ha aggiunto un tassello importante alla conoscenza del nostro organo più misterioso, il cervello. Come scrive Suzanne Corkin nel suo libro “Prigioniero del presente”: il cervello di Henry ha risposto a più domande sulla memoria di quanto abbiano fatto gli studi scientifici dei cento anni precedenti.

Coperina libro dal titolo Prigioniero del presente su Henry Molaison

 

Vuoi approfondire la ricerca? Leggi l'articolo pubblicato su Nature sull'esame del cervello del paziente H.M.

Immagine di copertina: Psychology Today

 

Pubblicato il: 03/08/2021

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